Le api sono creature affascinanti che svolgono un ruolo cruciale nel nostro ecosistema. Uno degli aspetti più interessanti del loro comportamento è la raccolta del polline. Ma come avviene esattamente e perché è così importante?
In questo articolo esploreremo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo, dall’importanza dell’impollinazione al processo stesso della raccolta e conservazione del polline.
Cos’è il polline?
Prima di spiegare come avviene la raccolta del polline da parte delle api, è importante darne una definizione.
Il polline è una polvere fine e fertile prodotta dalle piante con fiori come parte del loro ciclo riproduttivo. Contiene i gametofiti maschili delle piante, che sono essenziali per la fecondazione dei fiori e la produzione di semi. Il polline è composto da minuscoli granuli, ognuno dei quali contiene cellule spermatiche. Questi granuli sono portatori di materiale genetico che, una volta trasferito al pistillo di un fiore compatibile, consente la fertilizzazione e la formazione dei frutti.
Il polline è ricco di proteine, lipidi e altri nutrienti essenziali, rendendolo una fonte di cibo preziosa per le api, indispensabile per la crescita delle larve e per il mantenimento della salute della colonia.
L’importanza dell’impollinazione
L’impollinazione è il processo mediante il quale il polline viene trasferito dai fiori maschili a quelli femminili, permettendo la fecondazione e la produzione di frutti e semi. Questo processo è vitale per la riproduzione di molte piante e per la produzione di una grande varietà di cibi che consumiamo quotidianamente.
Le api, impollinando le piante, contribuiscono alla biodiversità e alla stabilità degli ecosistemi, azione essenziale per la resilienza delle piante contro malattie e cambiamenti ambientali.
Come avviene la raccolta
Ora che abbiamo chiarito quanto sopra, possiamo passare alla spiegazione di come avviene la raccolta del polline da parte delle api. È un processo complesso e affascinante che richiede abilità e precisione.
Identificazione dei fiori
Le api bottinatrici escono dall’alveare alla ricerca di nettare necessario per fare il miele. Utilizzano la vista e l’olfatto per individuare i fiori migliori e, una volta trovato quello adatto, atterrano sul fiore, dando inizio al processo di raccolta.
Raccolta del polline
Una volta posate sui fiori, le api succhiano il nettare e, per forza di cose, strofinandosi contro le antere (le parti dei fiori che producono il polline, appunto), raccolgono anche il polline. I granuli di polline aderiscono ai peli speciali presenti sul corpo dell’ape; quest’ultima utilizza le zampe posteriori per spostarlo in speciali strutture chiamate “cestelle“, che svolgono la funzione di piccole borse.
Spostandosi di fiore in fiore, avviene l’impollinazione incrociata tra fiori diversi.
Trasporto all’alveare
Una volta raccolto abbastanza polline, l’ape ritorna all’alveare. Nonostante le loro piccole dimensioni, le api possono trasportare grandi quantità di polline. Durante questa fase, l’ape impasta continuamente il polline con il nettare fermentato, che ha prelevato dall’alveare prima dell’uscita per il raccolto, creando delle palline compatte. È qui che avviene la cosiddetta “inseminazione” dei fermenti lattici nel polline, che gli permette di conservare il polline nell’alveare a una temperatura costante di 36°; una temperatura che, insieme ad una elevata umidità, consente lo sviluppo delle larve impedendo a loro e al loro nutrimento (la pappa reale) di seccarsi.
Conservazione del polline
All’interno dell’alveare, il polline raccolto viene immagazzinato nelle celle esagonali del favo. Questo deposito di polline è comunemente chiamato “pane d’api” e rappresenta una fonte essenziale di nutrimento per la colonia. La fermentazione di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, inoltre, aumenta il contenuto nutritivo del polline, arricchendolo di vitamine e altri nutrienti essenziali.
Le api sono dunque piccoli ma potenti ingranaggi del nostro ecosistema, fondamentali per la riproduzione delle piante e la produzione di cibo.
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